Piccola impresa: la gestione della crisi aziendale
Piccola impresa: la gestione della crisi aziendale
Non compiere errori può non essere sufficiente
Introduzione
Il contesto socio economico nel quale già da alcuni anni si sono trovate ad operare la nostre imprese, ha ormai oltrepassato i limiti della crisi congiunturale del sistema, per diventare un fenomeno di medio periodo che va affrontato con schemi di comportamento poco usuali per il passato recente.
I criteri di valutazione delle diverse situazioni di mercato esterno e di assetto organizzativo e finanziario interno oggi vengono spesso stravolti da fenomeni di caduta degli ordinativi e dei prezzi da un lato e da una progressiva difficoltà a reperire risorse finanziarie per affrontare la conseguente crisi di liquidità dall’altro.
In alcuni casi la crisi aziendale non è generata da errori di gestione, da imperizia nelle valutazioni di bilancio o da diseconomie interne, bensì da cadute repentine del mercato, dalla crisi dei clienti principali e dalla insostenibilità dei costi di produzione. Tutti fenomeni le cui dimensioni superano di gran lunga le capacità d’intervento del piccolo imprenditore, per quanto avveduto e sagace egli sia.
Il caso che andremo qui di seguito a raccontare è emblematico di questo difficile periodo, e rappresenta un esempio di operazione di salvataggio estremo di ciò che dell’azienda in crisi si può preservare a cui Pragmos ha partecipato nelle fasi di analisi e valutazione del contesto, di definizione degli accordi e di collaborazione con il pool di professionisti (commercialista, legali, revisore dei conti).
Un caso concreto
La Società, che per riservatezza chiameremo “Alfa”, fu costituita 40 anni fa.
La società ha sempre operato nella produzione e commercio nel settore dei beni di largo consumo, con prodotti contrassegnati con il marchio ALFA, che nell’insieme costituivano una linea completa di prodotti.
In una località piemontese, fu costruito un immobile industriale. Furono quindi acquistati via via macchinari per la produzione.
I dipendenti raggiunsero il numero di circa 20 persone, ed una rete di vendita di 20 agenti con una copertura totale del territorio nazionale.
In tutti questi anni di lavoro fu acquisita una clientela sempre più importante, tanto da essere presenti nei punti più qualificati della distribuzione (GDO, DO, etc.).
Non fu trascurata l’esportazione, tanto che una buona percentuale del fatturato (in alcuni anni anche il 20/25%) fu esportato in Europa e Nord Africa.
L’azienda fu sempre attenta a seguire l’evoluzione del mercato e a rinnovare costantemente l’assortimento man mano che il mercato lo richiedeva.
La Società già dall’inizio sviluppò costantemente negli anni il proprio fatturato, fino a raggiungere nel 2003 più di 8 milioni di Euro di fatturato.
LA CRISI
Dal 2004 ci fu purtroppo una inversione di tendenza:
- Anno 2004 fatturato Euro 7.882.000 ( – 4%)
- Anno 2005 fatturato Euro 6.081.000 ( – 23%)
- Anno 2006 fatturato Euro 5.500.000 ( – 10%)
Dal 2004 al 2006 il fatturato è sceso del 33%
Questa forte diminuzione di fatturato fu principalmente determinata dalla perdita del più grosso cliente. Il cliente in questione nel 2004 rappresentava il 30% del fatturato Alfa.
L’Alfa reagì intensificando al massimo la sua presenza sul mercato con offerte a nuova clientela, e in effetti qualcosa recuperò del fatturato perso, riuscì a mantenere i livelli occupazionali, ma non riuscì a recuperare il fatturato perduto, rappresentato da un solo cliente, con relative redditività.
Nello stesso tempo anche le esportazioni ebbero una forte diminuzione, in quanto nei paesi dove esportavano o arrivarono le multinazionali con i loro prodotti leader o sorsero realtà locali (soprattutto nel paesi dell’Est Europa) che iniziarono la produzione restringendo notevolmente la quota di mercato detenuta.
Nel frattempo la congiuntura economica fu nettamente sfavorevole:
- contrazione dei consumi, anche per gli articoli di largo consumo
- accanimento e aggressività della concorrenza, anche di marche leader, che stavano perdendo fatturato e quindi si rivolgevano ai clienti dell’azienda, provocando una
- diminuzione generale dei prezzi di vendita, dovuta anche a offerte, promozioni,
- perdite rilevanti su crediti di clientela rivelatasi insolvente.
Nel contempo si sono verificati forti aumenti in tutte le componenti dei costi:
- Materie prime e imballaggi
- Trasporti
- Energia
- Manodopera
- Oneri finanziari
Date le condizioni del mercato non fu possibile scaricare tali aumenti sui prezzi finali di vendita dei prodotti.
Alla diminuzione del fatturato non ha corrisposto percentualmente la riduzione dei costi generali, che hanno inciso quindi enormemente sul fatturato.
IL CONTESTO DI RIFERIMENTO
I soci hanno cercato di porre rimedio alla situazione finanziaria verificatasi, con un consistente apporto in c/capitale, ma non è stato sufficiente. Si è quindi deciso di analizzare la situazione aziendale al fine di individuare l’esistenza o meno dei presupposti per un’operazione di salvataggio.
Allo scopo è stata incaricata PRAGMOS.
Ne è emerso il seguente quadro:
- Il ramo aziendale riferito agli articoli prodotti internamente allo stabilimento presenta margini industriali interessanti ed impegna la quasi totalità della forza lavoro. Tale ramo rappresenta circa un terzo del fatturato.
- L’altro ramo, riferito a circa due terzi del fatturato, riferito alla gamma di prodotti fabbricati da fornitori esterni e solamente commercializzati da ALFA, presenta margini negativi o talmente esigui da non coprire la corrispondente quota di spese quali trasporti, oneri finanziari, provvigioni, ecc…
E’ parsa quindi obbligatoria una scelta volta a salvare il ramo sano dell’azienda.
Questa si è posta tre obbiettivi:
- Salvaguardare il livello occupazionale di tutti gli addetti dipendenti.
- Garantire la continuità aziendale almeno limitatamente al ramo profittevole
- Creare i presupposti per l’ammissione ad una procedura di concordato preventivo che consentisse una congrua percentuale di soddisfacimento dei creditori.
Per il raggiungimento dei suddetti punti, sono state pianificate ed in seguito attuate le seguenti fasi:
- messa in liquidazione della società, resasi nel frattempo necessaria per l’erosione dell’intero patrimonio netto.
- affitto del ramo aziendale produttivo: tale operazione, di seguito descritta, è maturata in tempi rapidi grazie alla buona immagine della ALFA nel settore.
- accesso al concordato preventivo, previa verifica della situazione patrimoniale in tale prospettiva.
Il bilancio 2006, è stato quindi elaborato valutando le poste nella logica dell’effettivo realizzo. Per questo, alcuni importanti rettifiche effettuate in sede di liquidazione sono state riferite a:
- crediti non più ritenuti incassabili
- articoli di magazzino non riferibili alle linee dell’azienda affittata e quindi diventati obsoleti
- la partecipazione in un società operante nello stesso settore, non più valutata in ottica di continuità aziendale.
AZIONI E RISULTATI
In attuazione delle attività pianificate, i soci hanno quindi deciso di non proseguire più l’attività, ritenendo la situazione irreversibile, e hanno deciso di porre in liquidazione la società. E’ stato nominato Liquidatore il socio amministratore di riferimento con l’autorizzazione a fare richiesta al Tribunale del concordato preventivo.
Le delicate fasi successive sono state condotte da un pool di figure professionali che hanno collaborato strettamente:
- lo studio legale incaricato
- il commercialista della società
- Il revisore legale dei conti
- PRAGMOS
Per quanto riguarda l’affitto del ramo aziendale, è stato stipulato un contratto con una società che già da tempo collaborava con Alfa quale fornitore, interessato ad un’integrazione delle proprie attività. Trattasi di uno dei maggiori produttori italiani del settore, con un’esperienza di circa 30 anni di attività.
Questi, che chiameremo Beta, ha mostrato un grande interesse per il ramo produttivo della nostra azienda, ritenendola produttivamente valida, con un’interessante portafoglio clienti e con marchi di buona diffusione nazionale.
Con essa è stato concluso il seguente accordo:
Affitto di ramo d’azienda, con patto di futura vendita in caso di accoglimento da parte del Tribunale della richiesta di concordato preventivo.
L’accordo prevede :
- L’acquisizione di tutti i macchinari
- Il passaggio di tutti i dipendenti in forza attiva
- Il trasferimento del TFR e di tutti gli altri oneri
- La cessione di tutti i marchi registrati
- L’acquisto da parte di Beta di tutte le materie prime e degli imballaggi in magazzino, necessari alla produzione
- L’affitto dell’immobile industriale
La Società Beta, ha manifestato, oltre all’interesse sulla continuità Aziendale, concretizzatosi con il contratto stipulato, anche il forte interesse allo sviluppo del ramo d’azienda, con investimenti in nuovi macchinari, ampliamento immobiliare, e di conseguenza creazione di nuova occupazione.
Questo progetto è stato subordinato ad uno sviluppo positivo della richiesta di concordato preventivo.
IL CONCORDATO PREVENTIVO
Per quanto riguarda l’eventuale accesso al concordato preventivo, la valutazione delle poste attive a bilancio, effettuata secondo il criterio del possibile realizzo, ha portato alla necessità di porre in vendita anche l’immobile intestato alla ALFA, nel quale opera l’azienda.
La società Beta ha mostrato l’interesse all’acquisto dell’immobile, ed è stato concluso un pre-accordo per la vendita.
L’ipotesi di concordato preventivo contempla la realizzazione quindi di ogni attività che permetterà di poter soddisfare i Creditori (Fornitori e Banche) nella misura del 100% dei privilegiati e del 50% dei chirografi.
L’adesione alla proposta da parte dei creditori, in special modo delle banche e dei fornitori, si è ottenuta grazie al fatto che Alfa in 35 anni di attività ha acquisito un patrimonio morale dovuto alla serietà con cui ha sempre operato :
- con pagamenti ai fornitori sempre puntuali
- con rapporti regolari da decenni con gli Istituti di Credito
- con l’Erario e gli Enti Previdenziali verso i quali non vi sono pendenze
- con l’estrema correttezza nei rapporti con i dipendenti che sono in azienda da decenni, alcuni dall’inizio dell’attività produttiva
- in 35 anni non ci sono mai state cause di lavoro o contenziosi vari, né l’azienda ha mai fatto ricorso a Cassa Integrazione, mobilità o altri ammortizzatori sociali.
EPILOGO
Il Concordato preventivo fu accolto dal Tribunale competente e portato a termine, dopo una gestazione di circa tre anni, con la vendita dell’immobileed il pagamento delle quote di debito spettante agli aventi causa.
Il ramo d’azienda Alfa opera tuttora incorporato in Beta.
Il fallimento, con tutte le sue conseguenze giuridiche ed economiche è stato evitato.
L’operazione è stata possibile solo grazie al concorso di molteplici competenze, messe in campo da PRAGMOS nelle diverse fasi:
- Analisi per individuare i settori aziendali preservabili
- Assistenza alle fasi di mediazione sia in sede di accordi Alfa/Beta sia di contatti informali con i fornitori e le banche in preparazione al concordato
- Collaborazione con il pool dei professionisti incaricati da Alfa per al costruzione del progetto di ricorso per il concordato